FEDERICO VILLA, LA CORSA CONTRO IL TEMPO

fedevillaFederico Villa è nato per correre contro il tempo. La lancetta si chiama Atassia di Friedreich, malattia rara progressiva, a cui Fede è aggrappato per rallentarla. E intanto vivere. Alla grande. Intensamente. Federico ha vinto la IV tappa del GIRO nella categoria H1. «Sono soddisfatto», commenta a fine gara con le sue parole arrotate e scandite dal ritmo del tirannico orologio.

HANDBIKER. E’ stato un buon risultato, considerato che avevo nelle braccia la fatica della gara del mondiale di Coppa del Mondo che si è svolta il giorno prima, sabato 8 giugno, a Merano. Non ho superato le eliminatorie. Ma è stato bellissimo stare con i campioni come Alex Zanardi, Vittorio Podestà, Fabrizio Macchi. C’era anche Rita Cuccuru, maglia rosa del GIRO.

LA GARA. E’ stata una bella gara. Mi è piaciuta. Ma all’inizio non sapevo come sarebbe andata. Nell’arco di 24 ore sono passato da una temperatura di 30 gradi -mi sono pure abbronzato, anzi diciamo scottato- di Merano, al freddo-umido di Pavia che ci ha accolto con la pioggia che, per fortuna, ha smesso di scendere durante la competizione.

GIRO. Sono felice di partecipare al GIRO, è una delle poche gare che ho scelto di fare quest’anno. Non so se riuscirò a fare tutte le tappe. Decido di volta in volta. Voglio rallentare un po’ i miei impegni sportivi. Dopo il Giro voglio…

IN GIRO…andare in giro. Voglio viaggiare. Tornare a viaggiare per piacere. L’ultima volta che l’ho fatto potevo ancora camminare, anche se con le stampelle. Devo farlo adesso. Rispetto l’anno scorso le mie condizioni sono ulteriormente peggiorate. Non posso aspettare. Fra un anno chissà dove e come sarò.

HANDBIKE. Mio fratello Alessandro, anche lui con la mia stessa malattia, nel 2006 ha fondato a Monza l’associazione sportiva Piccoli Diavoli 3 Ruote. Avevamo iniziato a fare handbike e non c’erano associazioni sportive adatte, allora l’abbiamo creata noi. Adesso con noi corrono diversi handbikers, fra cui anche Luca Cremonesi, partecipante anche lui al GIRO. Chi vuole cominciare a fare handbike può venirci a trovare. Abbiamo anche un servizio di scambio di handbike usate.

SPORT PER COMUNICARE. L’associazione serve anche a far conoscere la nostra malattia e per chiedere sempre più accessibilità in tutti settori della vita. Quando veniamo a conoscenza di avere l’Atassia, siamo ancora “normali”, poi nell’arco di qualche anno, riusciamo a muoverci solo con la carrozzina. Dalla “normalità” alla disabilità, è un passo breve. Sarebbe bello continuare a fare le stesse cose.

COME VIAGGIARE. Andrei in India. Ho un’amica che ha la mia stessa malattia e con lei potrei visitare i luoghi che lei conosce bene anche dal punto di vista dell’accessibilità. Andrei anche nelle Filippine, là vive Sebastian, il bambino che ho adottato a distanza. E poi andrei negli Sati Uniti per visitare la parte centrale che, dicono, è la vera America.